mercoledì, aprile 17, 2013

Riaprire un manicomio a Collegno?

Il chiostro della Certosa di Collegno
La proposta "folle" della Regione
Bene ha fatto il sindaco a rispedire al mittente la proposta del direttore generale della sanità piemontese di utilizzare gli edifici di proprietà dell'Asl nel parco Dalla Chiesa per una "struttura extraospedaliera per il superamento dei manicomi giudiziari". Una vera e propria proposta indecente. Due volte indecente.

Indecente dal punto di vista dell'obiettivo. Per superare i manicomi giudiziari non si trova di meglio che aprire una struttura in un ex manicomio. Si vede proprio che a certi dirigenti fa difetto un briciolo di cultura e di sensibilità. L'unico luogo dove non collocare una struttura pensata per superare un manicomio dovrebbe essere  proprio quello di un ex manicomio.
Indecente per la città di Collegno che ha impiegato 30 anni e molte risorse umane ed economiche per riabilitare l'immagine del luogo e traghettarlo da manicomio a parco. Da luogo di dolore e angoscia a luogo di piacere e serenità. E quando parlo di dolore e angoscia non è retorica, ma pura realtà vissuta in prima persona. Sono stato, infatti, tra quelli che hanno vissuto l'esperienza delle comunità degli ex degenti tirati via dai reparti e riavviati ad una vita decente e più libera e autonoma, ognuno per le possibilità che decenni di vita in manicomio gli consentiva.
Erano i primi anni Ottanta quando ho lavorato con la cooperativa il Margine nelle comunità Arturo e Clementina (la prima maschile e la seconda femminile) situata entrambe nella villa attualmente occupata dagli squatter. Ricordo il giorno in cui abbiamo avuto i primi contatti con i nostri futuri ospiti ancora degenti nei reparti, è stato come scendere agli inferi. Un'esperienza terribile, perchè si trattava di degenti classificati non solo come malati psichiatrici, ma che avevano anche altri gravi handicap: Furono gli ultimi ad essere dimessi, i più gravi, quelli nelle condizioni più disperate.
Portati in comunità è iniziata una lenta e progressiva "umanizzazione". Già solo la pulizia dei corpi e dei vestiti è stato un traguardo da raggiungere lento e difficoltoso. Oggi molti di loro, che io sappia, sono ospitati in case famiglia. Da allora a poco a poco gli edifici (purtroppo non tutti) e il parco sono rinati a nuova vita e hanno conquistato il cuore dei collegnesi.
Ho accennato a questa esperienza, perché mai avrei immaginato allora che un giorno qualcuno fosse tanto "folle" da proporre un percorso all'incontrario.
Giovanni Lava
P.s. Ho inviato al Protocollo a nome di CIVICA una mozione urgente (clicca qui), perche ritengo opportuno che il consiglio comunale si esprima nel merito della proposta della Regione.